Dal 22 al 26 maggio andrà in scena Autopromotec, la biennale internazionale delle attrezzature e dell’aftermarket automobilistico.
Nata nel 1965 e ospitata nel quartiere fieristico di Bologna, la prestigiosa rassegna è organizzata da Promotec, società di servizi di proprietà di AIRP – Associazione Italiana Ricostruttori Pneumatici, e AICA – Associazione Italiana Costruttori Autoattrezzature.
Oltre al consueto ricco calendario di convegni e incontri, l’edizione 2019 avrà due focus: la rassegna “Hybrid & ADAS Village” – allestita nell’area esterna 48 della Fiera dove testare i diversi sistemi di sicurezza ADAS – e la mostra “Italia: la passione in rosso”, a cura di Ruoteclassiche, con l’esposizione di sei auto d’epoca rigorosamente rosse.
Quest’ultima attrazione, allestita all’interno del Quadriportico del quartiere fieristico, vede la partecipazione di FCA Heritage con l’Alfa Romeo SZ (1989).
Da sempre il rosso è il colore della passione, oltre che la tinta per antonomasia delle vetture sportive italiane. Fin dagli anni venti del Ventesimo secolo, quando i bolidi nostrani abbandonarono la tinta nera per adottare il rosso. Alfa Romeo, Maserati e in seguito Ferrari hanno verniciato con questo colore le loro vetture da competizione, affinché il pubblico potesse distinguere le squadre italiane che gareggiavano nei campionati automobilistici internazionali.
Secondo lo schema stabilito dall’associazione che in seguito sarebbe diventata la Federazione Internazionale dell’Automobile, le auto francesi dovevano essere blu, le vetture tedesche bianche (e successivamente argento), le auto britanniche verdi e le vetture italiane, come già accennato, rosse. Ecco perché Autopromotec, per festeggiare il genio, la creatività e soprattutto la passione italiana per i motori, ha ideato la retrospettiva “Italia: la passione in rosso”, permettendo al al pubblico di ammirare sei capolavori made in Italy rigorosamente rossi.
Alfa Romeo SZ (1989): proprio trent’anni fa, l’Alfa Romeo svelò al Salone di Ginevra del 1989 la SZ. Le due lettere nella sigla indicano rispettivamente Sprint e Zagato, la carrozzeria milanese già legata ad alcune leggendarie vetture della Casa del Biscione del passato. A volere l’operazione fu l’amministratore delegato Vittorio Ghidella, che all’inizio del 1987 diede semaforo verde al progetto della Experimental Sportscar 3.0, nome abbreviato poi nel codice ES 30, da cui scaturì infine la SZ. Da un punto di vista tecnico, la SZ sfrutta componenti collaudati, derivati dalle versioni sportive e corsaiole della Alfa Romeo 75. Ne sono esempi il pianale e l’impianto frenante, privo di ABS e con i dischi posteriori montati internamente, vicino al differenziale, laddove si trovano anche il cambio e la frizione, secondo lo schema transaxle. Il motore è un 6 cilindri a V di 60° con potenza di 207 CV a 6200 giri/min, velocità massima di 245 km/h.